“Per tanto tempo il mondo ha pensato che il più grande valore portato dalla vecchiaia fosse la saggezza. Ci siamo concentrati sul nostro enorme bagaglio di esperienze, spesso accompagnato da ginocchia scricchiolanti, grande fatica, vista annebbiata. Bene, cari amici, oggi diremo le cose come stanno: il nostro più grande vantaggio rispetto a tutti gli altri è il tempo che ci resta da vivere. Siamo deboli, ma non abbiamo niente da perdere. Siamo sordi e sdentati, ma impunibili.

Sul banco davanti a voi troverete un foglio con i fondamenti della nostra – chiamiamola “associazione segreta”. Leggeteli con calma o fateveli leggere, poi scegliete se sottoscriverli. Se lo farete, sarete soldati della nostra rivoluzione. Se invece non intendete partecipare, alcuni nostri agenti si assicureranno che una volta usciti da qui non ne parliate con nessuno. Se ci proverete vi uccideranno.”

Un vecchio tossì e del muco giallastro gli colò dal naso.

“Da oggi e per le settimane che ci restano da vivere abbiamo il potere di cambiare il mondo. Forse lo miglioreremo e verremo venerati come dei supereroi grinzosi, forse lo renderemo ancora peggiore e la gente ci odierà. Non importa, non lo facciamo per gli altri. Lo facciamo per noi.

In cambio della cortese partecipazione, ognuno di voi potrà esprimere un desiderio che verrà esaudito dal suo vicino di banco. Una persona che avreste sempre voluto uccidere, una statua da far esplodere, un oggetto che anelate ma costa troppo.”

Nestore posò il megafono. Uno dei vecchi si alzò con grande fatica e disse: “Ho colto a malapena una parola su dieci, ma accetto.” Quando pronunciò l’ultima parola, tutti gli altri avevano già firmato.

Estratto 2

La progettazione del dispositivo non fu semplice perché nel gruppo non c’erano esperti di elettronica. La maggior parte di loro avrebbe preferito ancora la candela alla lampadina, se non fosse che le candele non erano più quelle di una volta. Quindi fu deciso che il detonatore sarebbe stato attivato meccanicamente. La fortuna era dalla loro parte: Callisto era stato un finissimo orologiaio e il suo occhio destro era ancora in grado di distinguere la rotella di un ingranaggio da una briciola di pane. Poi c’era Antoniofrancesco che era stato pescivendolo per quarantacinque anni ed era un abile affabulatore: si sarebbe occupato lui di piazzare l’ordigno senza generare sospetti. Vito si occupò di acquistare i coriandoli, i più leggeri e piccoli sul mercato, perché nessuno si facesse male, e di trovare un vecchio incisore per grammofono. Alberto smontò la pistola e la pulì meticolosamente, accorgendosi solo alla fine, guardando nel buco della canna, che era carica.

Quando un raggio di sole colpì i bastoni ammassati nell’angolo della stanza era ormai tutto pronto, sarebbe bastato assemblare i pezzi. Di lì a un mese alcuni di loro sarebbero morti (per questo i gruppi di lavoro erano così ridondanti), ma i vivi avrebbero forse cambiato il corso della storia e per un lungo minuto si sarebbero sentiti ancora più vivi.

Callisto si spense il giorno dopo nella sua camera, solo, mentre leggeva per l’ultima volta quell’avviso di sfratto che lo faceva così ridere. Sentì la morte arrivare con qualche minuto di anticipo ma non se ne curò. Il suo corpo cadde dalla sedia sul pavimento e generò un tonfo sordo. La signora del piano di sotto lo sentì, sì fermò per un istante e continuò a lavare i piatti. Era il rumore di un enorme martello da giudice che annunciava all’umanità che qualcosa era stato deciso, ma lei lo scambiò per il corpo di un vecchio che aveva appena liberato un appartamento.

Mentre fendeva l’aria Callisto aveva guardato una grossa macchia scura sul muro – la sua vecchia finestra immaginaria – e aveva sorriso con gli occhi al pensiero che una nuova generazione di novantenni stava per arrivare.