Tempo fa ho provato a strisciare il bancomat tra le gambe di una ragazza, volevo fare un prelievo. Quando sono tornato a casa mi sono accorto che mancavano 300 euro.

Ma non è per i 300 euro.

Forse così funziona meglio: viviamo tutti su due tapis roulant affiancati che si muovono in direzioni opposte. Ogni persona si lascia trasportare da un nastro e guarda quelle che scorrono sull’altro nastro. Di tanto in tanto due di queste si scelgono e iniziano a camminare all’indietro per guadagnare tempo, per parlare, per conoscersi. Quando sembra funzionare allora si abbracciano, in modo che le due trazioni opposte li lascino immobili nello stesso punto. Ma è faticoso, i tapis roulant non si fermano mai. Tirano, strisciano. Lasci un attimo la presa e l’altro diventa solo un puntino lontano sul pavimento metallico dell’esistenza.

Oppure proviamo così:

AL BAR (raccontato da una ragazza):
– Ciao Peppe. Ho una brutta notizia. Mi hanno detto che sono morte due ragazze: quella che prendeva il caffè macchiato alle 8.15 e quella del pomeriggio col cappotto rosa.
– Saverio, era la stessa persona, solo che nel pomeriggio non lavorava e si vestiva diversamente.
– Ah, scusa. È che il cappotto le copriva il culo.

AL BAR (raccontato da un ragazzo):
– Ciao Peppe. Ho una brutta notizia. È morta la ragazza che prendeva il caffè alle 8.15.
– Diavolo. Sono sempre le migliori che se ne vanno.
– Ma se non ha mai detto una parola.
– Appunto.
– AHAHAHAHAHAH!

AL BAR:
– Ciao Peppe. Ho una brutta notizia: è morta la ragazza che prendeva il caffè alle 8.15.
– (Non ho mai avuto il coraggio di parlarle. Le cose sarebbero potute andare diversamente.)
– Peppe, mi hai sentito?
– Sì.
– Dai, non fare così. Quella delle 9.00 è ancora viva.
– :-)

Poi Peppe inventa la storia di quando ha strisciato il bancomat tra le gambe di una ragazza e la racconta, perché è stanco di camminare all’indietro, è stanco di farsi portare via le scarpe dal tapis roulant.

Non è per i 300 euro, capite?