Potevo essere la ragazza bruttina, quella che aiuta il protagonista a conquistare una cheerleader senza cervello. Alla fine sarei diventata bellissima togliendomi gli occhiali e lui si sarebbe accorto che in realtà era me che voleva.

Potevo essere il ragazzo autistico che fa moltiplicazioni a dodici cifre e quando entra in un casinò la gente si inginocchia ai suoi piedi.

Potevo essere l'anziano maestro di arti marziali, l'amico gay con la battuta pronta, persino il cane più intelligente del padrone. Potevo essere lo scienziato pazzo.

Potevo essere una qualsiasi di queste persone, e invece non sono altro che la prostituta dal cuore d'oro.

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Avevo sedici anni quando chiesi a mia madre se potevo diventare qualcosa di meno faticoso, fosse anche il malvagio che ostacola chiunque senza motivo. Lei rispose: “Se potessimo scegliere, saremmo tutti principesse.” Fine della storia. Ognuno di noi nasceva predestinato a causa di fattori ambientali, genetici o narrativi. Qualcuno doveva fare la puttana e tutto sommato mi era andata anche bene perché ero del tipo sensibile e intelligente. Mamma diceva sempre: “Se sei una prostituta, sii la prostituta migliore. E non dimenticare che esiste il lieto fine.” Ma erano altri tempi, altri finali.

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Il rischo più grande del mio mestiere è che se un milionario non passa a salvarti o non ti coinvolgono in una grande avventura, sei fottuta. Letteralmente dico: resti per sempre una ragazza da marciapiede. Io ci credo al sogno americano e dico le mie preghiere ogni sera, ma quanti vecchi devo soddisfare prima che qualcuno mi baci per amore?

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Quando il freddo mi gela le vene delle gambe e spero che passi un cliente con l'aria calda accesa, l'esperienza più bella è veder arrivare la volante della polizia guidata da Adriano. Occhi lucidi su una mascella decisa, Adriano è sempre dolcissimo. Mi dice di non prendere freddo e chiede se ci sono problemi. Non ne vuole sapere di portarmi via con sé. Dice: “Dai Lara, lo sai che non posso, sono il poliziotto buono.”
“Già tesoro, ma oggi quello cattivo non c'è.”
“È in centrale, pare che il serial killer psicopatico sia di nuovo nei paraggi.”
“Mio Dio. Ammazza le prostitute?”
“Ancora non lo sappiamo, il nostro investigatore eccentrico risolve i casi con un monologo dieci minuti prima dell'arresto.”

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Non so bene come spiegarlo ma a volte, quando un cliente mi sta pagando o non riesco più a dormire per un brutto sogno, ho questa strana sensazione; come se ogni giorno mi scorressero davanti sempre le stesse storie, come se ogni persona consistesse unicamente del proprio involucro. Come se in fondo la vita non fosse altro che – sì – come se in fondo la vita non fosse altro che un'interminabile serie di cliché.

ADDENDUM DELL'EDIZIONE CON LIETO FINE
Ma un attimo prima che l'aereo parta, Adriano urla a Lara di restare. Sconosciuti applaudono.